Riparte il calcio a San Luca, dove da circa un anno e mezzo si respira di nuovo grande entusiasmo. È ripartita da poco l’esperienza sportiva nel centro aspromontano dopo anni di oblio e lo ha fatto nel migliore dei modi, finendo, dopo un primo quasi scontato anno sabatico, di rodaggio, già sotto i riflettori di una regione e di un Paese che piano piano si vanno abituando a nuovi accostamenti, per una volta diversi da quelli consegnati sino ad oggi ad un fragile e bramoso immaginario collettivo.
Niente
immagini di agenti in assetto anti sommossa, niente lampeggianti o sirene,
niente donne vestite a lutto, niente vetrine di ristoranti bavaresi dai nomi
scritti in italiano, niente più stereotipi nelle immagini che da oltre un anno riempiono
gli occhi del popolo social, e non solo. Per loro solo istantanee dai colori
vivi, accesi, che in questo caso coincidono con il giallo, il rosso ed il
verde. Non sono colori scelti a caso, per valore cromatico e cronologico, lo
capiremo presto come questi colori racchiudano il senso di una narrazione che
parte da lontano, senza obblighi di sancire alcun riscatto, perché a San Luca,
ai piedi di quelle montagne che guardano allo Ionio con bonario ed austero
distacco, non si cerca riscatto, si pratica la normalità e lo si fa in nome
dello sport, con un occhio al futuro e con uno sguardo attento ad un presente
che necessita di attenzione, di empatia, di ritrovata passione e di contatto
umano, elementi da sedimentare con fatica quotidiana. Tutto questo lo sa bene Francesco
Giampaolo, giovane avvocato alla guida del sodalizio sanluchese in questa
importante fase di rinascita sportiva. Normalità, sport, valori, passione, sono
concetti che tiene ad evidenziare in modo quasi ossessivo l’Avvocato Giampaolo,
lo capiamo sin da subito, quando dopo le presentazioni iniziamo la nostra
chiacchierata. Siamo andati a trovarlo nel suo studio di Bovalino in un uggioso
pomeriggio di febbraio, uno di quelli dominati da uno scirocco feroce, da una foschia
opprimente che libera la visuale verso la montagna solo a tratti, disvelando il
bianco dei rilievi, quelli di Montalto, Meterazzelli, Prache di Cucco e Pietra
Castello, avvicinando l’Aspromonte al mare assai più di quanto non capiti in
altri luoghi della provincia reggina. È uno studio ampio, luminoso, accogliente
quello di Francesco Giampaolo, emana una luce che sembra voler suggerire una
fresca e confortante metafora in vista dell’argomento che ci accingiamo ad
analizzare.
È tornato il calcio a San Luca e lo ha fatto portando con se come
elemento essenziale la passione della gente che è tornata ad assiepare le
tribune di uno stadio diventato ideale e simbolico luogo di partenza e di
approdo, crocevia di memoria, di futuro e di speranze. È importante quello
stadio, riveste un ruolo fondamentale nella nostra narrazione, lo capiremo dalle
parole del presidente, ma prima facciamo un doveroso passo indietro cercando di
riallacciare il filo mai spezzato di una storia lunga ed a tratti esaltante.
Locri 46, Gioiese 42, San Luca 37. Questo il podio alla fine del torneo di
promozione 1987/88. Un’altra Calabria, un altro mondo, un altro calcio, due
punti a vittoria, la numerazione delle maglie rigorosamente dall’uno al sedici
e poi il portiere che prendeva la palla con le mani sul retropassaggio del
compagno. C’è un substrato di romanticismo nel ripensare a quelle immagini, un
effetto vintage dal sapore dolce e melanconico. Non tragga in inganno però il
terzo posto del San Luca alle spalle di Locri e Gioiese perché quello per
l’undici sanluchese fu un torneo esaltante vissuto in un estenuante testa a
testa con il Locri durato per quasi tutta la stagione alla rincorsa del salto
di categoria che, non ancora nata l’Eccellenza, valeva l’accesso diretto al
campionato interregionale.
La ricordiamo assieme al presidente, all’epoca
giovane studente e tifoso, quell’annata strepitosa che vide naufragare le
speranze di raggiungere la vetta della classifica nel modo più beffardo
possibile, nello scontro diretto finito in parità proprio sul terreno amico
davanti a migliaia di sostenitori. 1-1 il punteggio al termine di una battaglia
all’ultimo sangue che i padroni di casa terminarono in nove uomini. Prima di
allora il Locri aveva visto concretamente vacillare le proprie certezze. Era il
24 gennaio 1988 quando la capolista pareggiando a reti bianche sul campo di
Villa San Giovanni vedeva ridotto ad una sola lunghezza il distacco
dall’immediata inseguitrice San Luca che espugnava col risultato di 2-1 il
difficile terreno di Melicucco. Era il San Luca dei vari Pullano, Giorgi,
Favasuli, Romeo, Pipicella, Rossi, una squadra che, salvo qualche sparuto
innesto, si presentava quasi del tutto autoctona, una corazzata capace di
produrre automatismi e ritmi di gioco straordinari. Per ritrovare una simile
continuità di risultati, un gioco spumeggiante ed un seguito di pubblico degno
di altre categorie dobbiamo mandare in avanti il nastro di oltre trent’anni,
tornando al presente, catapultati nello studio dell’Avvocato Giampaolo e cui
chiediamo come, dove e quando nasce
questo nuovo sogno. “Dire che siamo partiti da zero - spiega Giampaolo -
non rende bene l’idea, sarebbe più corretto dire che siamo partiti da sotto
zero, praticamente dal nulla, da un’idea che prende corpo proprio dal nuovo
stadio e dalla sua inaugurazione nel mese di aprile del 2017, è qui ritroviamo
i tre colori cui facevamo riferimento, il giallo ed il rosso sono i colori
sociali, il verde è quello del nuovo rettangolo di gioco. Quella mattina,
eravamo tutti in tribuna assieme a tantissime autorità e tanta gente di San Luca
ad assistere ad un evento assai raro dalle nostre parti, la gara tra le
nazionali dei cantanti e dei magistrati. Il colpo d’occhio nel vedere quel
manto erboso, quello stadio stracolmo, quegli striscioni, ha rimandato la
nostra mente a quelle immagini di trent’anni addietro, accendendfo un’idea di
rinascita. L’estate successiva, partendo dal nulla abbiamo acquisito il titolo
sportivo della Pro Pellaro, iscrivendoci al campionato di promozione e partendo
come era facile attendersi a singhiozzo, inanellando una serie di risultati
negativi che non ci hanno certo scoraggiato. Abbiamo lavorato con la dirigenza
nell’intento di costruire qualcosa di importante in prospettiva, un progetto a
lunga gittata dove l’aspetto sportivo e quello della comunicazione potessero
viaggiare di pari passo consegnando un’immagine positiva e non edulcorata di
una San Luca che attraverso lo sport vuole esprime i suoi migliori valori. Lo
abbiamo fatto consegnando sia il parco giocatori che la parte legata alla
comunicazione del brand San Luca nelle mani di uno staff di professionisti
abituati a confrontarsi con realtà di categoria superiore. Con un distacco siderale dalla seconda in classifica, scongiuri a parte
la questione relativa al campionato in corso sembra potersi considerare archiviata,
quali obiettivi vi ponete per un prossimo futuro e soprattutto quanto state
investendo in termini di impegno e di risorse nel settore giovanile? “dice
bene quando parla di scongiuri, e non perché sia eccessivamente scaramantico, quanto
perché il calcio sa essere fedele metafora della vita, imprevedibile. Come
società siamo stati chiari su un punto da cui non intendiamo prescindere. I
giocatori e lo sfaff sanno bene che anche se si dovesse vincere il torneo con
largo anticipo, la dirigenza e la tifoseria si attendono il massimo impegno
sino all’ultima giornata, un impegno dalla valenza assolutamente non
anacronistica, nel quale, in ossequio ai più vivi valori sportivi, vogliamo
individuare serietà e correttezza nei confronti delle altre società che da un
nostro eventuale calo di tensione potrebbero vedersi danneggiate o per contro
ingiustamente favorite. Per quanto riguarda l’immediato futuro, il torneo di
Eccellenza, massimo torneo regionale, al quale speriamo di partecipare il
prossimo anno, è certamente un banco di prova impegnativo che vorremo
affrontare però col giusto piglio, non partendo con proclami di salvezza,
cercando di lottare sin da subito alla pari con tutti. Per quel che concerne
invece il settore giovanile, è evidente come sia un aspetto cui teniamo
particolarmente in chiave futura ma anche nel presente, i ragazzi della
Juniores stanno ben figurando nel campionato di categoria dove sono in lizza
per la prima posizione. Ma cosa ancora più importante parlando di settore
giovanile, sta nell’essere riusciti ad avvicinare tantissimi ragazzi di San
Luca allo sport, sottraendoli da una quotidianità sicuramente anonima ed
improduttiva, allenandoli all’empatia ed alla civile competizione prima ancora
che dal punto di vista fisico e tecnico, questo ritengo sia uno dei più bei
messaggi che potessimo mandare, un segnale di speranza vera in vista di un
prossimo futuro che stiamo contribuendo a vario titolo a costruire per noi e
per la nostra comunità”.
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