Le ginestre erano ancora di un
giallo vivissimo, le pareti delle montagne ancora verdi, le mucche e le
capre, quelle manco a dirlo, ti davano il benvenuto, più del cartello di
ingresso al paese, arrugginito ai bordi e piegato dal tempo.
Ero di casa a Roccaforte, a volte ci
andavo direttamente attraversando le pinete dei Campi di Bova, quasi a
non voler dare confidenza alla marina, quasi a voler rimarcare che quei
percorsi erano roba nostra, questioni strettamente montane che non tutti
possono capire. Altre volte invece, attirato dall’azzurro del mare
nelle giornate più belle, seguivo un estenuante tragitto ad anello,
scendendo in marina e poi risalendo, ora da monte Scafi ora da Melito
Porto Salvo.