martedì 28 aprile 2015

UN GENOCIDIO GRECANICO INCOMPIUTO



Quando parli di Calabria greca, parli anche di luoghi della memoria, di centri e di storie abbandonate per sempre. È questione di punti di vista: c’è chi in un luogo abbandonato vede la fine di un percorso, interrotto di colpo e ripreso chissà dove, c’è invece chi interpreta a modo proprio l’abbandono, quasi come un’inconsueta opera di  conservazione, un tentativo di fermare il tempo cristallizzandolo ad un determinato periodo e regalandolo a chi verrà. L’area grecanica ci parla, tra le altre cose, anche di luoghi della memoria ed uno in particolare sembra testimoniare la sofferenza della gente greca di Calabria delineandone un profilo ben definito. 

sabato 25 aprile 2015

O POSTERI, IL PORTALETTERE


Calabria greca. O Postéri, il portalettere
«Faceva un freddo tremendo quel 2 di gennaio del ‘49 a Bova, erano le 5:30 del mattino, in piazza davanti l’ufficio postale c’eravamo io e Domenico, lui era il titolare io un semplice aiutante. Partimmo a piedi e la tormenta che imperversava da qualche ora ci avrebbe accompagnato fino al primo pomeriggio. Arrivammo a Roghudi verso le 10:00 e quando fummo là al centro di quel piccolo abitato mi sembrò di essere all’altro mondo, era il mio primo giorno di lavoro, non lo dimenticherò mai».