martedì 18 aprile 2017

OMAGGIO ALL'ITALIA DEI CAMPANILI E DEI CAFFÈ IN PIAZZA



Va al piccolo centro friulano di Venzone, in provincia di Udine la palma di Borgo dei Borghi 2017, è stato questo il verdetto finale giunto al temine di una maratona estenuante culminata nella puntata speciale della trasmissione di Rai 3 "Il Kilimangiaro" condotta da Camila Raznovich.

 Il Borgo dei Borghi è un concorso nato quattro anni addietro in collaborazione col Club dei Borghi più Belli d'Italia, dedicato alle piccole eccellenze italiane, una per ogni regione che vengono scelte attraverso il voto dei telespettatori unitamente a quello di un'apposita giuria di esperti composta dalla chef stellata Cristina Bowermann, dallo storico dell’arte Philippe Daverio e dal geologo Mario Tozzi. A completare il podio di quest'anno troviamo al secondo posto Arquà Petrarca in Veneto ed al terzo Conca dei Marini in Campania. Uno sguardo a nord dunque in quest'ultima edizione dopo lo strapotere siciliano delle precedenti tre edizioni che avevano fatto registrare nell'ordine, le vittorie di Gangi (PA), Montalbano Elicona (ME) e Sambuca di Sicilia (AG). L'edizione di quest'anno coincide inoltre con la proclamazione del 2017 come anno dei Borghi, avvenuta lo scorso mese di febbraio da parte del Ministero dei beni culturali in linea con il Piano strategico del Turismo 2017-2022. Alla Calabria va un buon sesto piazzamento, quello ottenuto da Fiumefreddo Bruzio (CS). 

 Questi gli altri centri in gara: Canale di Tenno (Trentino Alto Adige), Castel Gandolfo (Lazio), Castelmezzano (Basilicata), Castiglione di Sicilia (Sicilia), Gressan (Valle d’Aosta), La Maddalena (Sardegna), Montecassiano (Marche), Montegridolfo (Emilia Romagna), Orta San Giulio (Piemonte), Otranto (Puglia), Panicale (Umbria), Rocca San Giovanni (Abruzzo), Suvereto (Toscana), Tellaro (Liguria), Vastogirardi (Molise) e Zavattarello (Lombardia). Classifica e statistiche a parte, le immagini, le parole, i volti e le ambientazioni viste su "Il Kilimangiaro" regalano la sponda per alcune considerazioni. La trasmissione di Rai 3 ha di certo il merito, unitamente al Club dei Borghi più Belli, di avere riacceso l'interesse per un'Italia a torto definita "minore" di cui molti si stavano dimenticando forse troppo in fretta. Nel rivedere i servizi intelligentemente dedicati ad ogni singolo borgo in gara, abbiamo rivisto l'Italia dei campanili e delle piccole piazze, l'Italia dei caffè e del giornale al bar la domenica mattina, quella degli anziani sull'uscio di casa, ma anche quella dei tanti giovani professionisti che vivono uno straordinario esodo al contrario, reinventando la propria storia e riscrivendo quella dei luoghi del cuore. Vedere quei vicoli, quelle piazze, quei panorami colti e offerti al grande pubblico finalmente con colori nuovi, non più con quelli sfocati delle immagini di repertorio, ha regalato molto più di una cartolina, ha offerto un messaggio di speranza ai tanti che proprio da questi centri intendono ripartire. L'Italia di provincia intesa dunque come valore essenziale del sistema paese, come volano di crescita e sviluppo economico attraverso la valorizzazione delle singole specificità. C'è un substrato di poesia in tutto questo, che cerca di dissociarsi dal binomio ultra quarantennale con la malinconia, dando un nuovo colore è un nuovo volto, come quegli cioccolatini croccanti che li mordi e dentro ci trovi un morbido cuore di crema. 
 Ecco è questo il volto dell'Italia su misura, quello che ho trovato un mesetto addietro proprio a Fiumefreddo in una splendida giornata di fine inverno tra quei vicoli, confuso tra quei volti che ogni mattina guardano il tirreno e la catena costiera da un terrazzo naturale proteso verso orizzonti oggi forse finalmente un po' meno angusti. La ribalta per queste realtà non è solo promozione commerciale, anzi forse lo è solo in minima parte, mi piace leggerla, la ribalta, più come un doveroso tributo alla resistenza di tanti che di andarsene non ne hanno proprio voluto sapere, ed oggi che tutti sembrano avere riscoperto queste piccole perle, possono regalarsi un sorriso sornione, quello che ho letto sul volto di Alessandra Porto. Alessandra è uno dei volti di Fiumefreddo apparsi nel corso della puntata di Rai 3, una giovane imprenditrice turistica, una dei tanti che a Fiumefreddo hanno scelto di rimanere tracciando la propria strada. Quando ci ho parlato ho letto nelle sue parole e nel suo entusiasmo un sentimento comune a quello di tanta gente abituata a convivere con una sensazione per lunghi tratti sgradevole, quella di doversi sempre giustificare delle proprie scelte, in ossequio a luoghi comuni consolidati e sedimentati da una miopia fortunatamente ormai certificata. Oggi grazie a queste piccole iniziative che poi se vogliamo tanto piccole non sono, tutta questa gente può avere il giusto riscatto e la dovuta attenzione, cose che peraltro non tutti cercano, cose a cui in realtà solo pochi pensano, i più sono impegnati in una pratica lenta, metodica assolutamente normale, quella di vivere la quotidianità senza la pretesa di diventare eroi lungimiranti, lontani da casa.

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