Aspetto la neve, la prima dell’inverno o, se preferite, l’ultima dell’anno.
Il vento oggi è costante e
insopportabile, imperversa violento, entra nella canna fumaria del
camino e mi fa compagnia con rumori sinistri, ora metallici, ora simili
ad una voce roca e graffiante.
Come capita ormai da qualche anno,
quando aspetto la neve come oggi, davanti al camino acceso, in una
nebbiosa, ultima domenica dell’anno, mi tornano alla mente racconti,
aneddoti, storie, a volte nitide, altre volte sfocate dal tempo. Mi
torna alla mente, non so perché, uno dei tanti racconti che sentivo da
bambino, uno di quelli che, quando si saliva sù, in montagna, tra la
fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo, partivano
quasi in automatico, ed io ascoltavo, affascinato dalla possibilità di
conoscere chi e cosa fosse stato prima di me in quei luoghi che stavo
attraversando.