La Calabria
ed il Mondo visti con gli occhi dei calabresi, un atlante umano universale
della nostra regione che attraverso i volti parlerà del sud di casa nostra e
dei tanti sud del mondo, stiamo parlando di “Genti di Calabria”, un’iniziativa
ambiziosa realizzata dall’Associazione “Suoni e luci” di Catanzaro attraverso
un sistema di crowdfunding, dedicata ai volti ed alle voci di una terra che
avverte forte la necessità di raccontarsi in modo libero e spontaneo, lontana
dai luoghi comuni.
Genti di Calabria è un lavoro complesso che comprende una pubblicazione di circa duecento foto, una
mostra itinerante di cinquanta stampe in esposizione in Italia ed all’estero e
un docufilm con interviste e contenuti extra, si tratta di un lungo viaggio
culturale che verrà presentato in via sperimentale già nel corso del prossimo
Salone del Libro di Torino ed ufficialmente in anteprima mondiale presso il
Consolato Italiano di Colonia in collaborazione con l’Istituto Italiano di
Cultura. Ma facciamo un passo indietro ripartendo da una telefonata: “Pronto Gianfranco, sono Vincenzo, Vincenzo
Sculli, l’amico di Carmine, ti ricordi quello della mostra fotografica, ti
disturbo perché nei prossimi giorni vorremmo salire su a Bova a trovarti con una troupe a
fare un giro per parlarti di un progetto”.
Vincenzo Sculli è un giovane
fotografo di Bruzzano Zeffirio, uno che da quell’angolo di locride che guarda
l’Aspromonte tendendo una mano all’Area grecanica, non si è mai voluto
allontanare, uno dei tanti che omaggia la sua terra attraverso l’obiettivo di
una macchina fotografica. È stato di parola Vincenzo, non si è fatto attendere
e a qualche giorno da quella telefonata è salito su a Bova, in un freddo e
nebbioso pomeriggio di inizio febbraio in compagnia di Pino, Francesco e sua
moglie. Oggi sono solo un accompagnatore - dice Vincenzo - saranno Pino e
Francesco a parlarti del progetto. Il freddo è pungente siamo vicini allo zero
e dopo un saluto veloce invito gli ospiti a salire su a casa dove ci attendono
il camino acceso e un buon caffè. Basco in testa, il fumo del sigaro che sale
denso confondendosi con la nebbia, Pino Bertelli è un personaggio affascinante,
è lui ad occuparsi della parte fotografica, è lui a scegliere i volti più
espressivi da consegnare alla carta patinata. Pino è un critico cinematografico
e un fotografo, uno di quelli bravi per i quali la macchina fotografica non è
solo un oggetto, è un amore corrisposto nato quando a quindici anni ricevette
in regalo la prima da Pierpaolo Pasolini. Pino ti scruta negli occhi, controlla
i giochi di luce, i riflessi, le prospettive e mentre ti parla il cervello gli
gira in tante direzioni differenti elaborando già il lavoro che lo attende. Con
lui ci sono Francesco e sua moglie Annamaria, responsabili del progetto e rappresentanti
di “Suoni e Luci” l’Associazione da cui tutto ha preso le mosse. “Se ti va - esordisce Francesco - vorremmo
farti una breve intervista su alcuni temi di stretta attualità, ma prima Pino
ti introdurrà in breve i contenuti del progetto”. “Non c’interessa il paesaggio - mi dice - ma lo sfondo appena accennato, dove i
protagonisti racconteranno antiche culture, riti, bellezze, origini della
propria terra e della propria storia attraverso i volti, i corpi, gli sguardi,
le posture, non si tratta di fotografare, l’uomo, la donna o il bambino per
come si presentano, ma per come stanno al mondo”. La spiegazione di Pino
diventa subito appassionata e coinvolgente. “Nella
nostra fotografia di strada - continua - vorremmo cogliere lo straordinario
nell’ordinario, non c’interessano i personaggi ma le persone e non importa a
quale livello sociale appartengano, ciascuno viene fotografato fuori dalla
cronaca del reportage e del ritratto sociologico. Voglio sia chiaro - conclude
Pino - in questo lavoro niente paesaggi, niente cartoline di Calabria, nessuna
composizione, solo figure, con la strada che diventa un atelier da cui raccontare una Terra meravigliosa che vuole
costruire il proprio destino come quei volti parlanti suggeriranno”.
Ci
trasferiamo in salotto dove nel frattempo è stato sistemato tutto l’occorrente
per le riprese, e tra una domanda e un caffè Francesco raccoglie il testimone
riprendendo il filo del discorso da dove si era interrotto. “In
questo lavoro - mi spiega - di cui
potrai trovare maggiori contenuti sul nostro
sito ufficiale www.gentidicalabria.it
, si insinueranno tra le foto anche narrazioni di antropologi e studiosi del
calibro di Lombardi Satriani, Oliviero
Toscani, Luigi La rosa, Hubertus Von Amelunxen ed Enrico Ghezzi, che ci
restituiranno un racconto avvincente, una testimonianza che possa rimanere ai
nostri figli. Ciò che più ci preme è lavorare sull’immaginario del vero,
raccontare l’uomo o la donna non per quello che si vedono ma per quello che
sono. Nel pensare questo lavoro - prosegue Francesco - ci siamo convinti di
come tutti abbiano diritto alla bellezza, ci siamo convinti che la bellezza è
l’ultima fermata prima del paradiso in terra, la bellezza seppellirà tutti, ma
con grazia. Con queste idee in testa stiamo facendo Genti di Calabria che per
noi è un’opera di fotografia sociale, è la realizzazione di un’avventura
culturale che stiamo realizzando grazie all’impegno di tanti passatori di
confine o bracconieri di sogni, tanti volti che abbiamo incontrato in un lungo
tour che ci sta portando dal Pollino allo Stretto”. È quasi buio, la coltre
di nebbia ormai ha coperto tutto riducendo la visibilità a poche decine di
metri, la colonnina di mercurio intanto è scesa a - 1, è giunto il momento di
salutarci, Ci lasciamo in piazza, con una stretta di mano e con l’impegno di
rivederci. “Grazie dell’ospitalità - dice
Francesco prima di sparire tra la nebbia-
tra un paio di giorni ti faccio
avere qualche scatto, sperando ti piaccia”.
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